“Tu non attrai ciò che vuoi, attrai ciò che sei” Dr. Wayne Dyer
“Gli dei ci creano tante sorprese: l’atteso non si compie, e all’inatteso un dio apre la via.“ Euripide, Baccanti
Stella forte che ignori l’assistenza
che la notte oscurandosi concede
alle altre stelle perché si rischiarino;
stella che già compiuta si dilegua
mentre s’inizia il viaggio delle costellazioni
per la notte che lenta si distende;
grande stella delle sacerdotesse
d’amore che d’interno fuoco ardendo,
raggiante fino all’ultimo e mai cenere
discende là dove discese il sole,
con il suo puro tramonto vincendo
mille albe in splendore.
Rainer Maria Rilke, Muzot, gennaio 1924
le vie variopinte delle costellazioni, Claudia Bonollo
E un meraviglioso 2020, pieno di colore, di buone notizie e di sogni realizzati….
Come dice Michel Pastoureau, nel suo prodigioso saggio intitolato “il piccolo libro dei colori”: “ i colori la dicono lunga sulle nostre ambivalenze. Sono dei formidabili rivelatori della nostra mentalità. Vedremo come la religione li abbia posti sotto il suo controllo, cosí come ha fatto con l’amore e la vita privata. Come la scienza abbia detto la sua, sopravanzando la filosofia: onda o corpuscolo? luce o materia? Come anche la política se ne sia impadronita: i rossi e gli azzurri non sono stati sempre quelli che conosciamo… Tutto è retto da un codice non scritto di cui i colori detengono il segreto”.
Il colore, benché poco amato dai filosofi e gli storici, che lo hanno sempre relegato a un secondo piano preferendogli il segno e la linea e il disegno-progetto, è sempre stato uno degli strumenti conoscitivi fondamentali per l’artista, che se ne è servito per orientarsi, per proiettarsi in altre dimensioni, da quella trascendente della dimensione astratta bizantino-medievale alla biologica romantica, fino alle ipotesi multidimensionali e sorprendenti formulate dalla fisica quantistica. Dalle infinite iconografie e dai differenti modi di colorare il mondo, è possibile ripercorrere una storia parallela di metamorfosi della società e ricostruire l’evoluzione delle metafore sul destino dell’uomo.
Il giallo digestivo, Claudia Bonollo
Il colore è un elemento fondamentale del mio lavoro e delle mie ricerche.
Non solo o non tanto il colore pigmento o materia, lo strato cromatico che imbellisce le cose, ma il colore-luce, il colore come elemento primario della visione e della metamorfosi, il colore che rende visibili le cose che ancora non lo sono, il colore soglia sospeso fra mondi diversi e apparentemente inconciliabili, il colore inclassificabile, inapprensibile, impossibile da catalogare.
Movimenti rossi e verdi, Claudia Bonollo
Il colore come generatore di spazi e come anatomia dello spirito.
Data la complessità e l’ambivalenza dei colori, ho pensato di trattare il colore come un racconto mitico e una narrazione aperta. Tra le pieghe della complessa storia di un colore, anche i silenzi e i vuoti acquistano un senso nuovo.
Le letture di James Hillman e Henry Corbin mi hanno consentito di recuperare una filosofia del cuore, per entrambi sede della vera imaginatio o himma (capacità retorica immaginativa) che comprende l’azione di meditare, immaginare, progettare, desiderare ardentemente: detto in altre parole, di avere qualcosa nel thymos, che rappresenta simbolicamente la forza vitale, l’anima, il cuore, l’intenzione, il pensiero, il desiderio.
Lo studio di testi legati alle visioni del mondo iraniano, Ib’n Arabi, Sohravardi e soprattutto a Najmoddin Kobrâ, un mistico dell’XI secolo, hanno contribuito a un lavoro artistico ancora più attento ai fenomeni della luce e del colore.
Il rosso possibile, Claudia Bonollo – dedicato a Carla Bonollo
Il mundus imaginalis a cui si fa riferimento è l’intermundi descritto dagli studi di Henry Corbin. Si tratta di un mondo intermedio, sospeso tra il celeste e il terreno, in cui tutte le trasfigurazioni sono possibili, le rappresentazioni diventano ierofanie, manifestazioni del sacro. L’immaginario può essere innocuo, l’immaginale non lo è mai.
L’arte gioca un ruolo fondamentale in questa trasformazione personale e non intendo l’arte egocentrica che esplora solo la visione narcisistica del dolore, che diventa pornografia della sofferenza, ma un’arte generosa e più empatica. Un’arte più sensibile e ricettiva, che sia nello stesso tempo, creatrice e creatura. Non può darsi senza la seconda persona, senza il tu, cioè senza l’immagine che gli dà da riflettere, perché è con i suoi stessi occhi e allo stesso tempo con gli occhi dell’altro, che può guardare se stessa. Sarà perché sono una donna, ma per me l’arte è una dimensione concava e ascoltante.
Nel mio attraversamento personale, che è sia teorico che pratico, il colore non è esclusivamente bidimensionale nè solo statico, non è solo una tonalità con cui dipingiamo pareti e superfici, o un piacevole ornamento o un elemento decorativo.
Specchio azzurro, Claudia Bonollo
Condivide una delle qualità più interessanti della metamorfosi, quella di essere una mappa in fieri dalle infinite stratificazioni. Come il cielo, attraverso i movimenti dei venti e delle nuvole genera continuamente delle figure, così la luce-colore plasma lo spazio e gli conferisce una qualità particolare.
Il colore è anche suono, movimento, riverbero, frutto della contrazione/dilatazione della luce, il colore si fa suono è un’esperienza sinestesica totale. Possiede le stesse qualità che siamo abituati ad accordare all’architettura, possiamo anzi spingerci più oltre e affermare che il colore, nella sua essenza, è l’architettura stessa nella sua dimensione più fluida perché rappresenta la nostra cartografia dello spirito, il nostro vibrante paesaggio interiore.
Ecco il video che riassume la terza giornata di “Architects meet in Selinunte”, un’esperienza unica creata dal critico di architettura Luigi Prestinenza Puglisi nel meraviglioso Parco di Selinunte.
Momenti di piacevolissimo confronto, libertà di espressione, passione, creatività, cultura e gioia nel vivere e comunicare l’architettura.
Grazie Luigi Prestinenza Puglisi per la grande opportunità che mi hai offerto, allo staff dell’organizzazione davvero efficiente e disponibile (fra tutte, ringrazio Giulia Mura, Giulia Fontana e Marianna Vincenti che sono state fondamentali e mi hanno appoggiato moltissimo) e a tutte le numerose persone che ho incontrato e con cui è stato possibile intavolare delle conversazioni indimenticabili.
E grazie al calore umano e alla bellezza straordinaria della Sicilia, la cornice di Selinunte è stato un personaggio fondamentale di questo meraviglioso evento.
Colors and the City – Il potere del colore e dell’arte – coordina il geniale Luigi Patitucci che ha introdotto il tema della conferenza con una brillante selezione di video sul colore e il design.
Claudia Bonollo e Luigi Patitucci – foto di Giulia FontanaClaudia Bonollo, Luigi Patitucci e Luigi Prestinenza Puglisi – foto di Giulia Fontana
Alcune foto del mio intervento sulla mia personale interpretazione di “Interior Landscapes” con una selezione di lavori in cui il colore e i suoi numerosi significati diventano l’elemento generatore del progetto e delle visioni che lo anticipano.
I paesaggi biologici interiori vengono trasformati dal colore e plasmati da un rigoroso studio sull’immaginario.
Le textures naturali dei lavori più recenti danno al lavoro una matericità che fa da contrappunto alla ineffabile cromaticità atmosferica.
Il colore degli “spazi sensibili” diventa un’esperienza multisensoriale.
L’incontro con Luigi Patitucci è stato un altro regalo inaspettato. Lo ringrazio per l’introduzione, bellissima, che mi ha dedicato e per la sua traiettoria che ammiro. Finalmente qualcuno che è in grado di attraversare il colore in modo originale, brillante e non convenzionale.
Claudia Bonollo, Luigi Patitucci e Luigi Prestinenza Puglisi – foto di Giulia Fontana
INTERIOR CHROMATIC LANDSCAPES, Claudia Bonollo
PAESAGGIO SONORO BLU, Claudia BonolloSINFONIA CROMATICA, giardino onirico e multisensoriale, Claudia Bonollo per Monamour Natural DesignLA CELLULA-CITTÀ, CLAUDIA BONOLLO, frame del video 5:49
LA CELLULA-CITTÀ, CLAUDIA BONOLLO 5:49
(cellule della tiroide trasformate in paesaggi azzurri, turchesi e celesti)
video selezionato a Venezia, nella mostra “SOCIAL CITIES, SELF IDENTITIES, COMMON PLACES”, visibile durante la programmazione di cinema indipendente all’interno delle attività collaterali della Mostra del Cinema veneziana.
“Architects meet in Selinunte” – Foto di gruppo – Fotografia di Santo Eduardo Di Miceli
Ringrazio fra tutti, Giovanna Cirino e suo marito Francesco, una coppia straordinaria, Ivana Laura Sorge, Franco Zagari, Michele Cannatà, Vito Cappiello, Flavio Mangione e tutte le belle persone che ho incontrato.
He sido seleccionada en la exposición colectiva e itinerante “PROGETTI STESI” en el marco de las múltiples iniciativas culturales de “ARCHITECTS MEET IN SELINUNTE“, un evento internacional creado por el crítico de arquitectura Luigi Prestinenza Puglisi y organizado por la Asociación Italiana de Arquitectura y Crítica AIAC que tiene lugar cada año en el espléndido enclave siciliano.
En las ediciones anteriores han participado personas de la talla de Daniel Libeskind, Massimiliano Fuksas, Mario Bellini, Benedetta Tagliabue, William Alsop, Allies and Morrison, Odile Decq, Dominique Perrault, RCR arquitectes.
El tema de la exposición de este año y que se inaugurará el día 13 de junio de 2019, es INTERIOR LANDSCAPES.
Mi personal aportación consiste en un políptico que reúne toda mi trayectoria desde mis primeros pasos con el imaginario de la ciudad en el cine (título de mi final de carrera en arquitectura en Venecia), pasando por la investigaciones sobre las células, los espacios sensibles y cromáticos hasta las instalaciones de hoy en día.
En un collage vertical confluyen los paisajes interiores, los espacios sensibles, las biologías transformadas, las arquitecturas efímeras, las instalaciones orgánicas, los paisajes multisensoriales, las sinfonías cromáticas, mis cajas de luz, los jardines temáticos y oníricos, las catedrales naturales, las botánicas de otros mundos, las visiones sinéstesicas, las alegorías, los planetas, los espacios sentimentales, inmateriales, los espacios del arte, las eternas primaveras y las células en flor.
“Esta constelación de micros proyectos representa una suerte de cromoterapia y acupuntura sensorial para salir de esta especie de anestesia emocional que nos rodea.
Se reivindica aquí el arte como herramienta de transformación sensorial de una realidad agobiante que parece no tener el valor de apostar por nuevas ideas. Es necesario, hoy más que nunca, recuperar la experiencia fundamental de nuestro sentir.”